«Fabbricare un falso Ariosto [...] costruendo false ottave»: l’Orlando Furioso di Edoardo Sanguineti fra travestimento e arte del montaggio.
Abstract
Il contributo si propone di indagare i meccanismi costitutivi del travestimento sanguinetiano, partendo dal rapporto, sempre ineludibile per analizzare i suoi travestimenti, con quanto Sanguineti, anche in tempi molto diversi, scrive in veste di studioso dell’autore e dell’opera a cui sta attingendo. È lui stesso a offrirci, nel 1993 (Conversazione con Edoardo Sanguineti, in Orlando Furioso. Un travestimento ariostesco, a cura di C. Longhi, Bologna, Il Nove, 1996, 295-298), una serie di riflessioni sulle modalità compositive del testo steso 24 anni prima, confrontandolo con il recente Inferno, ricco anch’esso di interventi autorali, anche minimi, che riprendono gli studi danteschi, a partire da Interpretazione di Malebolge fino a Dante reazionario. D’altronde Sanguineti ha ammesso che a determinare il suo interesse al progetto ariostesco fu, come per Dante, la possibilità di “esplorare il retroterra culturale del poema”.
Fondamentale in questa ottica la visione del montaggio narrativo e cinematografico che Sanguineti ha e che ha espresso in tre lezioni tenute presso l’Università di Torino nel 2006 (a cura di Franco Prono, Alessandria, Edizioni dell’Orso, in corso di stampa). La concezione del montaggio cinematografico di Sanguineti si confronta e talora si scontra con quella ariostesca del montaggio narrativo, tanto che Sanguineti arrivò, nella successiva versione per la Rai, a ritenere opportuno l’utilizzo di due canali televisivi in simultanea, (“un anticipo di zapping e di Blob”, come lo avrebbe lui stesso definito) e a definire il travestimento un “Giuoco dell’oca sul terreno teatrale”.
Attraverso lo studio della genesi e delle conseguenze di questo “romanzo in versi” che, drammatizzato, finisce per diventare “l’equivalente di un anti-romanzo” si comprende appieno il complesso lavorio di Sanguineti, costantemente e coerentemente in bilico fra la falsificazione e la profonda fedeltà al testo di partenza, tanto più comprensibile in un autore, come Ariosto, che dedica alla lingua e al lessico un’attenzione che non poteva che affascinare il Sanguineti linguista.
Fondamentale in questa ottica la visione del montaggio narrativo e cinematografico che Sanguineti ha e che ha espresso in tre lezioni tenute presso l’Università di Torino nel 2006 (a cura di Franco Prono, Alessandria, Edizioni dell’Orso, in corso di stampa). La concezione del montaggio cinematografico di Sanguineti si confronta e talora si scontra con quella ariostesca del montaggio narrativo, tanto che Sanguineti arrivò, nella successiva versione per la Rai, a ritenere opportuno l’utilizzo di due canali televisivi in simultanea, (“un anticipo di zapping e di Blob”, come lo avrebbe lui stesso definito) e a definire il travestimento un “Giuoco dell’oca sul terreno teatrale”.
Attraverso lo studio della genesi e delle conseguenze di questo “romanzo in versi” che, drammatizzato, finisce per diventare “l’equivalente di un anti-romanzo” si comprende appieno il complesso lavorio di Sanguineti, costantemente e coerentemente in bilico fra la falsificazione e la profonda fedeltà al testo di partenza, tanto più comprensibile in un autore, come Ariosto, che dedica alla lingua e al lessico un’attenzione che non poteva che affascinare il Sanguineti linguista.
Schlagworte
Sanguineti, Edoardo; Ariosto, Ludovico; Travestimento; Ronconi, Luca
Volltext:
PDF (Italiano)Copyright (c) 2020 Clara Allasia
Dieses Werk steht unter der Lizenz Creative Commons Namensnennung 4.0 International.